Quando ho iniziato il Servizio Civile con Cambalache non avevo precise aspettative, ma vedevo questa esperienza come una possibilità per scoprire e approfondire un settore in cui avrei voluto lavorare e in cui, oggi posso dire, forse lavorerò. L’aspetto che mi è piaciuto di più ed è stato più impattante su di me è stato gestire quella parte di sostegno alla persona che da fuori non si vede, ma che ti permette di essere vicino all’altro, conoscere la sua condizione di vita e fare qualcosa per dare un aiuto, incrociare sogni e speranze, costruire insieme un pezzo del percorso per il futuro. E stiamo quindi parlando delle attività di sportello che abbiamo seguito lungo in corso dell’anno.
Anche se poi non è sempre semplice mantenere un distacco con le persone che hanno bisogno e le cui necessità incontri direttamente. Si tratta a volte di situazioni complesse, dove l’assistenza che dai può arrivare fino a un certo punto e può non consentire di risolvere del tutto una situazione. E questo rischia di farti sentire in difficoltà.
Per quanto riguarda le attività di insegnamento, io ho gestito per il progetto Bee My Job i corsi Life Skills e @Work. Un compito non semplice, una bella sfida, visto anche che presto siamo dovute ricorrere alla didattica a distanza a causa del Covid19. Occuparmene mi ha aperto alla possibilità di dedicarmi in futuro anche all’insegnamento che è un settore nuovo per me. E poi, nei mesi in cui era consentito, ho seguito in presenza i corsi di P-orti Aperti e ColtivAzioni all’apiario e nell’impianto di Borgoratto gestito dall’Associazione.