Ciao! Il mio nome è Bakary, ho 18 anni e vengo dal Mali.
In Mali abitavo a Bamako, la capitale. Vivevo con mia madre, che si occupava dei lavori domestici e dei figli, con mio padre, coltivatore, e con i miei fratelli.
Ho un fratello e tre sorelle. Io sono il figlio maggiore e per questo ho avuto la possibilità di studiare. Ho frequentato otto anni di scuola. La mia sorella più piccola si chiama Assa e ha due anni. E’ alta così! Non tutti i miei fratelli possono frequentare la scuola, perché in Mali se non sei ricco “tu restes à côté”.
In Mali c’è la guerra. In capitale da quando c’è stato il colpo di stato le persone non sono al sicuro, ci sono continui attacchi e ladri dappertutto. Mio padre mi ha dato i soldi che risparmiava da tanto tempo e mi ha detto: “Vai a cercare un posto migliore.” All’inizio avevo paura, poi mi sono fatto coraggio e sono partito.
Ho attraversato l’Algeria fino ad arrivare in Libia. Lì sono stato sette mesi facendo lavori saltuari: le persone come me si siedono in un posto e aspettano. Vengono degli uomini e ti ingaggiano per lavorare a giornata. Non sempre ti pagano.
Mi sono imbarcato per l’Italia, di cui avevo sentito parlare molto bene. Sulla nave eravamo circa 1250 africani: maliani, gambiani, ivoriani. Eravamo senza cibo, con solo un po’ d’acqua. Il viaggio è durato tre giorni.
Qui in Italia mi trovo bene, vorrei stabilirmi qui e lavorare. Va bene qualsiasi lavoro. Ho un cugino, che io chiamo fratello, che vive a Napoli. Un giorno vorrei raggiungerlo.
Per ora sono contento di poter continuare a studiare. Non mi piace fare sport, il mio passatempo preferito è leggere. Il libro che preferisco è “Pages africaines” e parla della storia dell’Africa.
Per saperne di più: http://www.rapportoannuale.amnesty.it/sites/default/files/Mali_1.pdf