Dati allarmanti diffusi poche ore fa da Save the Children sul numero di minori che negli ultimi 60 giorni sono stati soccorsi a ridosso delle coste italiane. Decuplicati infatti gli arrivi “in tenera età” rispetto al 2013. Corre quindi ai ripari la Società Italiana di Pediatria, che attraverso un nuovo progetto si occuperà di fornire nozioni scientifiche e di pratica clinica (ma anche culturale) agli operatori impegnati nei centri di accoglienza.
Nei primi due mesi dell’anno (i dati sono di Save the children) sono sbarcati sulle coste della Sicilia 860 minori immigrati, dieci volte di più rispetto allo stesso periodo del 2013. Solo 140 viaggiavano con un familiare, (contro i 10 del 2013) ma la stragrande maggioranza, 720, erano da soli (solo 62 i minori non accompagnati l’anno prima). I bambini soli vengono soprattutto da Somalia (216), Gambia (143), Egitto (6) e Siria (80). Dal 2012 al 2013 il numero dei minori immigrati era passato da 2.123 a 7.928, di cui oltre 5.000 non accompagnati. A fare il punto la Società italiana di pediatria, alla vigilia del congresso nazionale che si svolgerà a Palermo da domani fino al 14 giugno. “Oltre ai numeri sta cambiando la tipologia del minore migrante”, afferma il presidente della Sip, Giovanni Corsello. “I piccoli profughi – aggiunge – sono soggetti portatori di nuove esigenze dì salute che pongono la sfida di una pediatria transculturale”.
Traumi fisici (ustioni, colpi di sole, ipotermia), infezioni respiratorie e gastroenteriche acute, disidratazione sono le patologie più comuni ma altrettanto gravi sono i traumi psichici (stress da radicamento, perdita dei familiari, abuso) che se non curati possono segnare per sempre la loro vita. A tutt’oggi l’identificazione della minore età è eseguita con radiografia del polso, in assenza di consulenza pediatrica, mentre i bambini sono alloggiati in centri di soccorso e di prima accoglienza privi di standard assistenziali, in promiscuità con gli adulti e in condizioni di scarsa igiene e inadeguata nutrizione, per periodi spesso troppo lunghi.
Per migliorare la qualità dell’assistenza la Sip promuove un progetto formativo, che riguarderà inizialmente la Sicilia e in seguito tutto il territorio nazionale, con l’obiettivo di fornire ai professionisti dei centri di accoglienza le nozioni scientifiche e di pratica clinica relative all’assistenza dei bambini migranti, ma anche di arricchire la loro competenza culturale, rafforzare la conoscenza delle più frequenti problematiche socio sanitarie e delle normative italiane e europee. La formazione si basa sulle nuove indicazioni per elaborate dal gruppo di studio Sip per il bambino migrante che vengono presentate in occasione del Congresso di Palermo.
Al convegno parteciperanno i maggiori esperti mondiali di pediatria tra cui James Perrin, presidente dell’Accademia americana di pediatria.
da: Repubblica.it