Da accoglienza integrata ad accoglienza emancipante. Reti di prossimità. Accoglienza in famiglia. Accoglienza diffusa. Formare e Informare. Partecipazione attiva. Rifugiati a casa mia. Creare fiducia, collaborazione, scambio. Reti locali informali fra famiglie e richiedenti asilo. Autonomia.
Qual è la strada giusta per accogliere, agendo in una situazione di debolezza del sistema sociale caratterizzato da carenze sistemiche e normative? Come emanciparsi dal bisogno dell’accoglienza? Come affrontare il “problema del dopo” e raggiungere l’obiettivo finale dell’autonomia sul territorio?
Questi e molti altri i temi e domande all’ordine del giorno del Seminario Nazionale “Scegliere di Accogliere”, momento di riflessione e confronto sull’accoglienza dei rifugiati realizzata da famiglie, associazioni e comunità locali. Rappresentanti di diverse realtà italiane si sono confrontati sul tema dell’accoglienza condividendo metodologia e riflessioni sulle buone pratiche e sulle criticità che hanno incontrato nel portare avanti progetti di accoglienza in famiglia.
A intervenire nella discussione i rappresentanti di EuropAsilo, del Servizio Centrale SPRAR, del Comune di Torino con il progetto “Rifugio Diffuso” (http://www.comune.torino.it/stranieri-nomadi/stranieri/progetti/rifugio-diffuso-2013.pdf), la Caritas di Biella con il progetto “Rifugiati a Casa Mia” (http://www.caritasbiella.it/), il Piam di Asti con il loro progetto di accoglienza diffusa e il loro progetto insieme agli “afropiemontesi” (http://piamonlus.blogspot.it/), K-PAX con il “Progetto Nausicaa” (http://www.k-pax.eu/) e la Provincia di Rimini con il progetto “Indovina chi viene a pranzo? Prove di cittadinanza attiva” (http://www.provincia.rimini.it/progetti/immigrati/2010_invito_pranzo/index.htm). La tavola rotonda è stata chiusa da un intervento delCoordinamento Non Solo Asilo (http://www.nonsoloasilo.org/).
“Scegliere di accogliere” lascia una forte riflessione sul come riuscire nell’accoglienza e fare in modo che possa liberare la persona dal bisogno dell’accoglienza stessa. Risulta indispensabile adottare strumenti che riescano a supportare i percorsi di inserimento socio-economico delle persone singole e dei nuclei famigliari; per riuscire nell’intento è necessario avere uno sguardo costante al “dopo”.