Ho accettato anche perché avevo già un po’ di esperienza nel settore alimentare, avendo svolto un periodo di formazione professionale nell’ambito della cucina e della panetteria. Alcuni anni fa avevo anche svolto uno stage e poi un tirocinio alla Ristorazione Sociale di Alessandria, poi un anno di Servizio Civile e un periodo di volontariato alla Croce Verde.
Mi è piaciuto molto lavorare a Cambalache, mi sono trovato bene fin da subito, anche se all’inizio vivevo con un po’ di ansia perché non avevo mai lavorato direttamente in ambito agricolo e non sapevo né cosa aspettarmi, né se sarei stato in grado di svolgere bene le mansioni. Ma ho imparato abbastanza velocemente, eseguendo – spero bene – le mansioni che mi vengono affidate.
Sono felice perché, prima di iniziare la borsa lavoro, facevo fatica a dare un senso alle mie giornate, erano lunghe e vuote. Qui, invece, lavorare a contatto con altre persone, occuparmi dell’orto e delle attività in laboratorio mi ha aiutato, ha dato un ordine e un senso al mio presente. Mi è piaciuto tagliare le verdure, smielare, invasettare gli alimenti una volta pronti: li ho visti nascere nell’orto, per poi raccoglierli, lavorarli e trasformarli in prodotti da vendere. Mi ha fatto capire che dietro a quello che mangiamo e che possiamo trovare come prodotto acquistabile ci può essere un grande lavoro, e soprattutto un grande valore umano, come in questo caso.
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