Un’edizione complessa per l’anno che l’intero pianeta ha attraversato, ma un’edizione comunque riuscita e ricca di nuovi significati, capace di generare percorsi concreti di inclusione lavorativa.
Il 2020 si sta per chiudere e con esso la sesta edizione di Bee My Job, progetto di apicoltura sociale rivolto a rifugiati e richiedenti asilo, ideato da APS Cambalache nel 2015 e portato avanti da allora senza interruzioni. Avviato come progetto pilota, è cresciuto di anno in anno diventando un modello riconosciuto e validato a livello internazionale. E non si è fermato nemmeno davanti all’emergenza COVID19.
L’edizione 2020, realizzata grazie al sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e di CONAPI – Consorzio Nazionale Apicoltori, e forte del patrocinio dell’UNHCR – Alto Commissariato dell’ONU per i Rifugiati, ha visto la grande novità dell’apertura della Bee My Job Academy. Una scuola di apicoltura residenziale con sede ad Alessandria per richiedenti asilo e rifugiati provenienti da tutta Italia che ha tra i suoi obiettivi, oltre a garantire una formazione professionalizzante, quello di offrire percorsi di inclusione lavorativa in aziende apistiche etiche su tutto il territorio nazionale. Dopo un attento processo di selezione, ampliato sul territorio grazie all’utilizzo della app Mygrants, all’Academy sono stati ammessi 15 beneficiari originari di 8 diversi Paesi (Costa d’Avorio, Marocco, Guinea Bissau, Guinea, Mali, Nigeria, Congo, Algeria) e residenti in diverse zone del Piemonte, della Lombardia, nonché a Roma. Ciascuno con alle spalle una storia di migrazione, alcuni anche con esperienze di sfruttamento e marginalità.
Dopo le prime settimane di formazione in presenza, l’emergenza sanitaria ha costretto a rivedere l’organizzazione del corso che è proseguito – grazie alla costanza di docenti e studenti – con la didattica a distanza, sia per le lezioni di apicoltura, sia per i moduli complementari di lingua italiana, e sicurezza e orientamento sul lavoro. E poi, nonostante le difficoltà dovute alle circostanze complessive che ne hanno ritardato inevitabilmente la partenza, sono iniziati anche i tirocini in diverse aziende. Dalle realtà a conduzione familiare, come Cascina Sabbione, microfattoria in provincia di Pavia che ha accolto Lamine, o l’Apicoltura Fortini di Arzago d’Adda che ha aperto le porte a Mamadou assumendolo con un contratto agricolo, fino alla grande azienda di respiro internazionale. Ousmane ad esempio si è trasferito in Trentino per lavorare nell’organico di Mieli di Thun, mentre Ayoub e Mohamed sono entrati a far parte della squadra della Tenuta Il Ritiro, azienda leader in Europa per la produzione di api regine.
Bee My Job quest’anno è arrivato anche in Toscana, in un contesto difficile come l’insediamento informale della parrocchia di Vicofaro, a Pistoia, grazie alla collaborazione con MEDU – Medici per i diritti umani e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Qui si è tenuto un corso di apicoltura a cui hanno preso parte sette ragazzi stranieri, due dei quali hanno poi avuto l’opportunità di essere inseriti in tirocinio all’Azienda Agricola La Ginestra di San Casciano Val di Pesa, in provincia di Firenze. Un percorso iniziato da poche settimane, ma che proseguirà per un intero anno.
Contestualmente sono proseguite le attività di sensibilizzazione della cittadinanza e in particolare degli studenti, sul tema della sostenibilità ambientale e delle migrazioni forzate. Attività che si sono tenute per lo più online e che hanno messo in connessione Cambalache con realtà importanti, come l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, il Centro Interdisciplinare “Scienze per la Pace” dell’Università di Pisa e la ong Acra. Quest’ultima ha organizzato una serie di Webinar in collaborazione con il Comune di Piacenza, inaugurando il ciclo proprio con la storia e le tematiche al centro del progetto Bee My Job.
I numeri di Bee My Job nel 2020
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