“Avevamo già avuto modo di lavorare con un ragazzo straniero, originario del Camerun – spiega Roberta, moglie di Davide – che è stato nostro dipendente per tre anni, prima di studiare agraria e mettersi in proprio. Grazie a lui avevamo scoperto cosa volesse dire lavorare a favore dell’inclusione. Con l’arrivo di Mamadou abbiamo compreso ancora di più quanto possa essere difficile ricominciare una vita per un ragazzo che arriva da un paese lontano, nel suo caso il Mali, a bordo di un barcone, senza conoscere la lingua e senza i documenti necessari alla permanenza in Italia”.
Mamadou si è dimostrato fin da subito un lavoratore attento e disponibile. Prima di avere un contratto di lavoro regolare, era stato stagionale in Puglia e aveva conosciuto lo sfruttamento. La famiglia Bosio lo ha aiutato offrendogli una soluzione abitativa in un appartamento poco lontano dall’azienda che ogni giorno lui raggiunge in bicicletta. “Qui – racconta Mamadou – mi trovo molto bene, sia con la famiglia sia con il lavoro. Le api mi piacciono, non mi fanno paura. E con Davide vado anche in montagna a portare le arnie in altitudine”. Sì, perché tra gli eccellenti prodotti di Apicoltura Vallera c’è anche il miele di alta montagna, presidio Slow Food.
Inutile dire che a Mamadou la famiglia Bosio si è affezionata, soprattutto umanamente. Conclude Roberta: “Per il futuro sappiamo che vorrebbe migliorare il suo italiano, anche perché la lingua a volte può diventare un ostacolo ai processi di inclusione. Ma è una persona forte e determinata e siamo sicuri che riuscirà a migliorare anche sotto questo aspetto”.
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