Mamadou Tounkara viene dal Mali, ha 32 anni, è arrivato in Italia dal 2014 ed è richiedente asilo. Accolto nel progetto MOI a Torino, ha seguito il corso di formazione in apicoltura Bee My Job ad Alessandria nell’anno 2019, al termine del quale è stato inserito in tirocinio all’Apicoltura Vallera, realtà a conduzione familiare, fondata nel 2001 da Davide Bosio tra le colline del Monferrato, con l’obiettivo – tra gli altri – di recuperare l’azienda agricola del nonno Emilio, rinomato produttore di vivi e apicoltore amatoriale. L’azienda è insignita del premio Welcome 2019. Working for refugee integration, il riconoscimento che l’Agenza ONU per i Rifugiati (UNHCR) assegna alle realtà che si sono distinte nel favorire l’inserimento professionale dei rifugiati e nel sostenere il loro processo d’integrazione in Italia.
“Avevamo già avuto modo di lavorare con un ragazzo straniero, originario del Camerun – spiega Roberta, moglie di Davide – che è stato nostro dipendente per tre anni, prima di studiare agraria e mettersi in proprio. Grazie a lui avevamo scoperto cosa volesse dire lavorare a favore dell’inclusione. Con l’arrivo di Mamadou abbiamo compreso ancora di più quanto possa essere difficile ricominciare una vita per un ragazzo che arriva da un paese lontano, nel suo caso il Mali, a bordo di un barcone, senza conoscere la lingua e senza i documenti necessari alla permanenza in Italia”.
Mamadou si è dimostrato fin da subito un lavoratore attento e disponibile. Prima di avere un contratto di lavoro regolare, era stato stagionale in Puglia e aveva conosciuto lo sfruttamento. La famiglia Bosio lo ha aiutato offrendogli una soluzione abitativa in un appartamento poco lontano dall’azienda che ogni giorno lui raggiunge in bicicletta. “Qui – racconta Mamadou – mi trovo molto bene, sia con la famiglia sia con il lavoro. Le api mi piacciono, non mi fanno paura. E con Davide vado anche in montagna a portare le arnie in altitudine”. Sì, perché tra gli eccellenti prodotti di Apicoltura Vallera c’è anche il miele di alta montagna, presidio Slow Food.
“Siamo entrati in contatto con Mamadou – spiega ancora Roberta – grazie al progetto Bee My Job, che abbiamo conosciuto tramite Aspromiele, l’Associazione Produttori Miele del Piemonte, di cui Davide è uno dei vicepresidenti. E siamo rimasti fin da subito colpiti positivamente, ci è sembrato un progetto importante, capace di dare opportunità sia alle aziende che ai lavoratori. Così nel 2019 abbiamo aderito”.
Inutile dire che a Mamadou la famiglia Bosio si è affezionata, soprattutto umanamente. Conclude Roberta: “Per il futuro sappiamo che vorrebbe migliorare il suo italiano, anche perché la lingua a volte può diventare un ostacolo ai processi di inclusione. Ma è una persona forte e determinata e siamo sicuri che riuscirà a migliorare anche sotto questo aspetto”.