Uno viene dal Camerun, l’altro dalla Nigeria. In comune hanno un lungo viaggio che – in momenti e su rotte diverse – li ha portati fino all’Italia, e un lavoro che condividono a pochi chilometri dalla città di Alessandria. Ci vogliono le mani d’oro per fare il saldatore, tanta pazienza e competenza. È una professione che non si può improvvisare. Gustave Hervé Mbong e Okoh Onyeka hanno saputo percorrere passo dopo passo la strada di crescita personale e professionale, partendo dalla formazione, per arrivare a un contratto a tempo indeterminato nell’azienda SCC (Società Costruzioni Capannoni di Oviglio.
“Sono arrivato in Italia nel 2016 e ho 30 anni”, spiega Gustave. “Grazie a Cambalache nel 2018 ho frequentato il corso per diventare saldatore. All’inizio avevo paura, pensavo che fosse un lavoro troppo pesante per me, temevo potesse danneggiarmi gli occhi. Non avevo esperienza in questo ambito lavorativo, perché nel mio paese ero nell’esercito. Però avevo bisogno di lavorare e volevo un impiego continuativo. Allora ho provato, perché mi sembrava una buona opportunità”.
Gustave ha iniziato a lavorare presso la SCC grazie a un tirocinio, a cui ha fatto seguito un contratto di apprendistato e quindi un contratto a tempo indeterminato: “Ho colleghi che vengono da tutto il mondo. Tutte le mattine arrivo al lavoro in macchina con un amico e collega marocchino. L’azienda mi ha dato fiducia e fin da subito mi ha fatto sentire bene. Il rapporto con i colleghi e i miei datori di lavoro è la cosa più bella”.
Contenta è anche l’azienda. “Abbiamo conosciuto Gustave tramite la CNOS-FAP di Alessandria e da un primo incontro – spiega la referente Elsa Roggero – ci è parso una persona seria e disponibile nell’apprendere i compiti che gli venivano affidati. Si è sempre dimostrato attento e interessato al lavoro, non si è mai assentato se non per ragioni burocratiche, è puntuale e desideroso di apprendere il mestiere (saldatore a filo continuo) e dare il meglio di sé: molto bravo nella sua mansione e davvero preciso in ciò che esegue. È stato lui a presentarci Oneyka Okoh, con cui ci troviamo ugualmente molto bene. È una persona seria, affidabile e molto preparata”.
“Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”, scriveva Maria Montessori. Per…
Il progetto “Fermento: le lenti dell’inclusione” si prefigge di attivare un osservatorio interistituzionale sul Comune…
Come ci si sente, nell’Italia di oggi, ad essere giovani arrivati in Italia da preadolescenti…
“Il bambino è insieme una speranza e una promessa per l’umanità”, scriveva Maria Montessori. Per…
“Il vademecum sulle vulnerabilità del Ministero dell’Interno, elaborato insieme agli attori che fanno parte dell’accoglienza…
"Questa esperienza presso Cambalache mi ha fatto capire quali sono i miei limiti, i miei…