“Vivo in Italia dal 2007 e vengo dal Marocco, da Casablanca. Ho potuto svolgere uno stage a Cambalache come parte del corso per diventare Mediatore interculturale che ho seguito all’Enaip, ad Alessandria. Un percorso che sognavo da tempo. Fin dal mio arrivo in Italia ho cercato di migliorare la mia situazione a livello di istruzione e impegno professionale. Ho conseguito la terza media e ho fatto esperienze lavorative negli ambiti più diversi. Poi, una volta rimasta disoccupata, ho deciso di iscrivermi al corso Enaip e approfondire una serie di tematiche di cui – grazie all’esperienza con Cambalache – ho potuto occuparmi in prima persona.
Parlando bene francese, ho affiancato lo staff dell’Associazione nel seguire alcuni casi di ragazzi che dovevano essere accompagnati in Questura o avevano necessità di portare avanti delle pratiche. Le mie competenze acquisite con lo studio hanno potuto così diventare utili, essere messe in pratica, confrontarsi con la realtà quotidiana. Sono certa che l’esperienza con Cambalache mi aiuterà nel lavoro futuro. Un’esperienza che in realtà si sta arricchendo anche grazie al laboratorio teatrale del progetto Luoghi in COMUNE a cui prendo parte assieme ad altri ragazzi con esperienza di migrazione, con cui guideremo due visite itineranti della città di Alessandria.
L’ultimo giorno di stage ho voluto ringraziare tutti, preparando una piccola cena a base di cous cous marocchino e tè. Un momento di festa e condivisione perché, per me, quello con Cambalache è stato un incontro importante. E per questo voglio ringraziare tutti per l’accoglienza, la collaborazione e il supporto che mi è stato dato”.
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All’edizione del corso per Mediatore Interculturale a cui ha preso parte Hayat, Cambalache ha partecipato attivamente, tenendo con una serie di lezioni e incontri (in parte a distanza a causa dell’emergenza Covid19). Tra gli argomenti trattati: la progettazione (parlando di Bee My Job e altri progetti di agricoltura sociale, volti a promuovere l’inclusione lavorativa e sociale dei richiedenti asilo e rifugiati e contrastare il caporalato; ma anche della progettazione dei servizi di accoglienza CAS / Siproimi per richiedenti asilo e rifugiati); l’assistenza sanitaria (parlando del sistema sanitario italiano, del servizio sanitario di base e dell’assistenza sanitaria agli stranieri, dei consultori e di altri servizi specialistici); le tecniche di osservazione e la metodologia della ricerca sociale.