Bee My Job ha preso il via per la prima volta quest’anno anche in Toscana. Il nostro progetto di apicoltura sociale è approdato a Pistoia, nella Parrocchia di Vicofaro che da anni apre le porte ai migranti. Un contesto delicato calato in una zona difficile, quella del distretto tessile di Prato dove forte è l’incidenza dello sfruttamento lavorativo. Una situazione dove non è semplice gestire il presente e tanto meno immaginare un futuro. Eppure noi abbiamo voluto provarci proponendo un modello di inclusione equa e a difesa dei diritti, grazie al sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia e la collaborazione con MEDU – Medici per i Diritti Umani, che si rinnova dopo la positiva esperienza dello scorso anno in Calabria, nella Piana di Gioia Tauro, per il progetto Terragiusta.
Il corso è iniziato con i moduli di lingua italiana settoriale e sta proseguendo con gli incontri relativi all’orientamento lavorativo e alla sicurezza sul lavoro, prima di passare alla parte prettamente dedicata all’apicoltura, prima teorica, guidata da Arpat – Associazione Regionale Produttori Apistici Toscani, e poi pratica, presso la cooperativa Il Pungiglione. Dopo di che si apriranno le porte dei tirocini in azienda.
Nella mattinata di lunedì 10 febbraio Cambalache ha fatto visita ai futuri apicoltori, direttamente nella Parrocchia di Vicofaro, dove si tengono le lezioni. A guidare l’incontro – in parte in lingua italiana, in parte in lingua mandinga – è stato il nostro apicoltore Abdoul Sane, che è entrato a far parte del mondo delle api proprio grazie a una delle prime edizioni di Bee My Job e che oggi ne è formatore. Ha raccontato la propria esperienza e trasmesso la passione che lo ha fatto innamorare di questo mestiere, ha svelato alcuni segreti del mondo delle api e risposto alle domande e ai quesiti del gruppo di ragazzi che da poco hanno iniziato a percorrere questa strada. Il sogno di un futuro, la magia di lavorare a contatto con la natura, la capacità di affrontare le paura delle api, rassicurando sul fatto che quelle europee sono meno aggressive delle cugine africane.
Per diventare apicoltore – ha spiegato Abdoul – serve pazienza, bisogna imparare il ritmo della natura e conoscere l’organizzazione della straordinaria società del ronzio.