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I nuovi volontari del Servizio Civile, scambio e crescita grazie a Dream Team

Sono arrivati il 15 gennaio e sono già in piena attività i tre nuovi volontari del Servizio Civile che saranno con Cambalache per un anno intero grazie al progetto Dream Team. Due ragazze e un ragazzo che fin da subito hanno iniziato a prendere confidenza con le attività dell’Associazione, aggiornandosi sui progetti in corso e approfondendo le tematiche che saranno al centro del loro percorso di crescita con la nostra realtà.

Myriam è la più giovane, ha appena vent’anni ed è di Alessandria. Diplomata al Liceo Linguistico, sogna di studiare Mediazione Culturale e di lavorare nel sociale. Anche per questo, ha deciso di sperimentare il percorso del volontariato tramite la possibilità del Servizio Civile Nazionale. Conosce bene l’inglese, il francese e lo spagnolo. Lingua, quest’ultima, che ha potuto perfezionare vivendo in Spagna diversi mesi, grazie a una borsa di studio. “Sono pronta a mettermi in gioco su diversi fronti per quel che riguarda le attività dell’Associazione”, sorride.

Serena ha invece 26 anni e viene da Tortona dopo un lungo periodo vissuto in Toscana. Ha studiato grafica pubblicitaria alla scuola secondaria e ora è quasi al termine del percorso universitario, dove studia Comunicazione Interculturale. È appassionata di fotografia e scrittura. Negli ultimi anni ha approfondito il tema della salute mentale, anche rispetto a una delle sue passioni, la Corea, Paese asiatico dove è alto il tasso di disagio mentale tra i ragazzi. “Ho scelto la strada del Servizio Civile – spiega – perché lavorare con un’Associazione come Cambalache mi può permettere di conoscere progetti importanti nell’ambito del sociale”.

Infine, Kousse, ha ventitré anni e viene dalla Costa d’Avorio. Da due anni vive a Spinetta Marengo, alle porte di Alessandria. Ha conosciuto la realtà di Cambalache grazie a un amico, Camara, volontario dell’APS nel 2019. Da quando è in Italia ha già svolto diversi lavori, tra Alessandria e Tortona. Parla bene francese e, durante la migrazione, ha imparato anche l’arabo, lingua che gli ha consentito di comunicare in più occasioni con persone di altri Paesi. “In questa esperienza – racconta – cerco soprattutto nuove possibilità, di crescita e di conoscenza, anche dal punto di vista relazionale con nuove persone”.

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