Il progetto – reso possibile dal contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con la Regione Piemonte – ha coinvolto una ventina di beneficiari, in particolare persone con disabilità, disoccupati over 50 e rifugiati e richiedenti asilo, che hanno avuto l’opportunità di aderire secondo due modalità. Da una parte un percorso di formazione nell’ambito della panificazione, lavorando con un prodotto di eccellenza dal punto di vista nutrizionale come il grano antico San Pastore. Dall’altra due percorsi di avvicinamento all’agricoltura e apicoltura al parco del Forte Acqui di Alessandria. Alcuni di loro hanno poi iniziato un periodo di tirocinio, in realtà dell’ambito panificazione o all’interno di Cambalache.
Tra i protagonisti di queste esperienze anche Gianluca, 27enne con sindrome di Down che ha dimostrato in prima persona che “il limite non limita”, anzi, offre nuove opportunità. Gianluca – che ha lavorato a contatto con le api, nell’orto gestito dall’APS e al confezionamento del miele – è uscito dal tirocinio rafforzato e responsabilizzato, con maggior autostima e nuove competenze che potrà mettere in campo in futuro. Una storia che racconta la collaborazione positiva con una realtà come il Centro Down di Alessandria, a cui è stata offerta la possibilità di un percorso che nel suo passato Cambalache aveva aperto principalmente ai propri beneficiari di riferimento, ossia rifugiati e richiedenti asilo. Stesso discorso con altre associazioni, come Anolf, che hanno contribuito alla diffusione del progetto nella fascia di disoccupati over 50, indirizzando diverse persone a questa possibilità.
Pur essendo un’esperienza pilota per il territorio alessandrino, Alimentare, Watson! ha evidenziato come i percorsi di crescita portati avanti da Cambalache nell’universo dell’accoglienza possano essere replicati in modo positivo anche con altre soggettività. E al tempo stesso ha evidenziato che l’apertura al mondo della panificazione possa generare nuove occasioni di crescita e nuove competenze.
Ma il risultato positivo sta soprattutto nella nascita della rete di associazioni che in questi mesi è stato possibile definire e rafforzare. Una rete che si è detta pronta a nuove produttive collaborazioni future, alcune delle quali stanno già prendendo vita. Inoltre il progetto ha permesso di consolidare un vero e proprio polo produttivo alimentare nella città di Alessandria: da una parte la produzione di miele urbano e ortaggi, dall’altra la distribuzione nel punto vendita di via Santa Maria di Castello 30 di quanto prodotto non solo da Cambalache ma da diverse realtà del network, impegnate in progetti di agricoltura sociale in Provincia, nell’ottica di una crescita sostenibile del territorio e contro ogni logica di sfruttamento.