“Poter lavorare a contatto con la api, conoscere da vicino la produzione del miele, confrontarsi con il lavoro nell’orto è stata un’esperienza entusiasmante, soprattutto dal punto di vista umano”. Gianluca ha 27 anni ed è stato uno dei protagonisti della prima tranche di tirocini previsti dal progetto Alimentare, Watson!, appena terminata. Tre mesi al lavoro nell’apiario e nell’orto urbani del Forte Acqui, ad Alessandria, e poi in negozio e nel laboratorio di smielatura, a confezionare i vasetti e a etichettarli, partecipando pienamente alla vita di Cambalache. Gianluca ha la sindrome di Down, ma il duro dell’apicoltore non lo ha spaventato.
“Siamo venuti a conoscenza del progetto grazie alla dottoressa Daniela Leo, del Centro Down di Alessandria, che Gianluca frequenta”, spiegano i suoi genitori. E così, l’amore che questo ragazzo già nutriva per la natura e che lo aveva portato a studiare il mondo delle api alle scuole superiori ha potuto concretizzarsi in un’esperienza lavorativa che lo ha aiutato molto a responsabilizzarsi e a far crescere in lui l’autostima.
Alimentare, Watson! è il progetto lanciato da Cambalache, in rete con diversi partner del territorio e con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in collaborazione con la Regione Piemonte, volto a favorire l’inclusione sociale delle persone più svantaggiate e a rischio marginalità. Nello specifico rifugiati e richiedenti asilo, persone con disabilità e disoccupati over 50. Il tutto mirando a strutturare un vero e proprio polo alimentare sul territorio, con centro focale Alessandria. Il progetto ha previsto, tra le varie attività, anche due percorsi di avvicinamento all’orticoltura e all’apicoltura per dodici persone con disabilità e disoccupati over 50, in seguito ai quali sono stati attivati i tirocini.
“In questi mesi – spiegano ancora i genitori di Gianluca – si è instaurato un bellissimo rapporto con Abdoul, che gestisce l’orto e l’apiario, e con il volontario del Servizio Civile Idriss, che con grande pazienza lo hanno aiutato a comprendere ogni passaggio delle varie lavorazioni e sono stati con lui molto affettuosi. E poi con Camara, l’altro volontario che in alcuni momenti gli ha dato anche lezioni di inglese!”. E a chi gli diceva che il lavoro a contatto con la terra sarebbe stato pesante, Gianluca ha risposto mettendosi in gioco, anche sotto il sole di luglio, e portando a termine un percorso di crescita. “Questo tirocinio – concludono – ha permesso a noi di comprendere se fosse pronto per un’esperienza lavorativa e a lui di capire che il limite non limita”.
Oltre a Gianluca, altri due tirocinanti sono stati inseriti per un periodo nell’organico dell’Associazione, entrambi over 50. Nella prima tranche Mario, che ha terminato da pochi giorni la sua esperienza dando un grande contributo soprattutto nell’orto, quindi Andrea, che ha raccolto il testimone e collaborerà con Cambalache fino a ottobre.