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Al via il Servizio Civile: “Per Cambalache il volontariato è un percorso condiviso”

Essere padroni del proprio destino, scegliere una strada per la voglia di crescere. Abbracciare un progetto perché in esso ci si riconosce. E stupirsi, ogni giorno, di quanto si possa migliorare nel confronto e di quanto si possa trasmettere. Elisa, Camara, Michele e Idriss hanno tra i 20 e i 27 anni e l’11 dicembre hanno iniziato l’anno di volontariato del Servizio Civile con Cambalache, per il progetto dal titolo “Cittadini del Mondo”. Provengono da esperienze e luoghi diversi, ma hanno individuato un obiettivo comune: aumentare le proprie competenze nell’ambito sociale, conoscere nuovi percorsi di inclusione, contribuire alla promozione di una società accogliente.

“Sono qui soprattutto per imparare, anche se non ho ancora esperienze dirette in questo settore”, spiega Camara, 22 anni, originario della Guinea, ad Alessandria da un anno e mezzo dopo un periodo passato a Tortona.

“Io invece – afferma Idriss, 27 anni, nato in Benin – sono in Italia dal 2011 e a Felizzano, paese in cui vivo, ho già lavorato nell’ambito del sociale. Ma voglio conoscere nuove strade e aumentare le mie conoscenze in questo settore”.

Michele è di Rivarone, è il più giovane del gruppo con i suoi 20 anni, e ha seguito l’esempio del padre. “Quando ancora la leva era obbligatoria – racconta – mio papà scelse il servizio civile. Anche se in condizioni diverse, sentivo dentro di me che questa poteva essere la strada giusta. E ho scelto l’ambito del sociale perché quello che più mi è vicino, era il modo migliore per mettermi in gioco”.

Elisa, infine, ha 26 anni e vive a Pozzolo Formigaro. Ha studiato Lingue a Genova e poi Didattica di italiano per stranieri a Siena. Dopo un’esperienza in Germania di un anno e mezzo, dove si è occupata di migranti italiani, ha deciso di tornare in Italia. “Ho scelto Cambalache perché ho approfondito le attività in cui è impegnata, i suoi progetti, da Bee My Job a Skill Me UP!, e l’ho trovata adatta a me. Ho esperienza in questo settore, ma voglio migliorare ancora, confrontarmi con nuove realtà”.

Durante i 12 mesi con Cambalache, i volontari avranno modo di approfondire le strade dell’inclusione, con un percorso fatto di responsabilità e nuovi sbocchi. Verranno coinvolti nelle attività dell’Associazione legate alla accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati e chiamati a ideare e organizzare attività interculturali, di confronto, incontro e scambio tra cittadini italiani e stranieri, per valorizzare la diversità culturale e sostenere le diverse forme di cittadinanza attiva. Sul territorio, Cambalache è l’unica realtà che ha attivato due posti FAMI, riservati a titolari di protezione internazionale e umanitaria.

“Intendiamo il volontariato come un percorso di crescita personale e professionale, di consapevolezza e cittadinanza attiva. Un percorso condiviso, basato su pari opportunità, diritti e responsabilità. Su queste considerazioni – spiega Mara Alacqua, presidente di Cambalache – si è basata la nostra decisione di includere due titolari di protezione umanitaria e internazionale, per dimostrare, ancora una volta, che il volontariato non è una ‘dovuta restituzione'”.

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