Ritornare alla vita ripartendo dalla vita. Abbandonare la solitudine, ritrovarsi nel gruppo, acquisire competenze importanti per il futuro. Si è concluso sabato 1 dicembre il primo dei percorsi di riabilitazione psicosociale per rifugiati e richiedenti asilo previsti dal progetto Skill Me UP!, ideato da Cambalache e realizzato con il contributo della Fondazione SociAL. Protagonisti tre ragazzi, entrati a far parte per due mesi della famiglia dell’Azienda Agricola e Scuola Multifunzionale Elilu, di Castelnuovo Scrivia. Un percorso sperimentale che mira a trasformarsi in modello, per consentire alle persone con vulnerabilità psicologiche di imparare a utilizzare le proprie abilità emotive, relazionali e sociali per vivere in modo autonomo e sviluppare le proprie potenzialità nel nuovo contesto di appartenenza. L’esperienza lancia il testimone al secondo percorso, iniziato lunedì 3 dicembre in collaborazione con il Conservatorio Antonio Vivaldi di Alessandria, che vedrà tre studenti condurre, nella sala polifunzionale di Cambalache, gli incontri con una quindicina di rifugiati e richiedenti asilo e che proseguirà a cadenza settimanale fino a marzo.
L’esperienza di Castelnuovo Scrivia si è conclusa con grande soddisfazione di tutte le parti coinvolte. “I ragazzi – spiega Luca Benicchi, titolare di Elilu assieme alla moglie Elisa Gastaldi – hanno lavorato principalmente in due ambiti. Quello dell’accudimento degli animali, che parte dalla cura vera e propria della mucca, fino alla mungitura e alla caseificazione. E quello del cereale, del grano, che porta fino alla trasformazione in pane e prodotti da forno. Si è trattato di un’esperienza umana straordinaria, per noi e per loro, grazie anche al sostegno come tutor di Martina D’Agostino, laureanda in antropologia culturale, che ha seguito i progressi del gruppo passo passo”. L’esperienza era volta a potenziare le capacità di socializzazione, favorire un senso di autoefficacia, stimolare le capacità di relazione con l’ambiente e la condivisione di regole, ma anche acquisire competenze professionali di base nei settori in cui Elilu è attiva. Il tutto, sottolinea Benicchi, “in unasituazione protetta, ma reale e concreta, avendo a che fare con la vita vera, la natura, gli animali con cui noi umani ci relazioniamo, a differenza di quanto può avvenire nei classici laboratori. Le attese tra una lavorazione e l’altra sono state colmate dai racconti dei ragazzi, dalle loro aspettative e ambizioni. È stata una crescita importante anche per noi”.
A supervisionare le attività è stata Elisa Domanico, psicologa e psicoterapeuta che segue il progetto Skill Me UP!. “La parte più innovativa di questi percorsi sperimentali – spiega – è la possibilità di formazione sul campo: i ragazzi hanno potuto apprendere capacità e raggiungere alti livelli di autonomia sulle tematiche trattate in un contesto dove la teoria va a braccetto con la pratica. Hanno potuto sentirsi parte integrante di un progetto, non ospiti. Un aspetto fondamentale, se seguito dalle persone giuste. Grazie a Elilu questo è avvenuto, come abbiamo potuto verificare dal monitoraggio costante e dalla soddisfazione massima che i ragazzi hanno espresso alla fine del progetto”.
Ora il cammino di Skill Me UP! continua con percorsi relativi alla cura di sé, in collaborazione con Nova Coop, all’espressività corporea e alle arti espressive, in particolare il disegno, la danza e la musica, quest’ultima proprio con la serie di incontri in collaborazione con il Conservatorio Antonio Vivaldi. Il progetto Skill Me UP! prevede inoltre uno sportello di ascolto per operatori dell’accoglienza (attivo ogni giovedì dalle 16 alle 18 nella sede di Cambalache, piazza Monserrato 7/8), una forma di counseling a domicilio su casi di marcata vulnerabilità, una mappatura dell’offerta delle attività e dei servizi del territorio alessandrino, alcuni tavoli di lavoro tematici e infine la creazione di un tool kit operativo che comprenderà una serie di protocolli operativi standard per promuovere e replicare le esperienze e le conoscenze acquisite.