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Rifugiati “in cattedra” per i laboratori didattici di inglese e francese nelle scuole della provincia

E’ iniziata nel mese di marzo nelle scuole della provincia la fase operativa dei laboratori di francese e inglese avviati grazie a “Dire cucire accudire”, che vede Cambalache partner di ICS Onlus, capofila del progetto, per la parte relativa ai percorsi di lingua straniera.
Negli ultimi mesi del 2017, quattro rifugiati accolti dall’associazione, che dal 2016 coordina il laboratorio “dire” dell’iniziativa finanziata da Fondazione SociAL, hanno partecipato ad una serie di incontri condotti da un’insegnante madrelingua, formatrice ed esperta d’arte, con lo scopo di prepararsi per entrare nelle scuole del territorio con una proposta didattica strutturata.

La sperimentazione è partita in queste settimane nella scuola media Boccardo di Novi Ligure e presso il 5^ Circolo di Alessandria.
Il percorso, in inglese e in francese, è stato messo a punto con la metodologia CLIL che prevede l’organizzazione di attività trasversali per favorire sia l’acquisizione di contenuti disciplinari che l’apprendimento della lingua straniera. Il tema scelto per l’unità didattica proposta alle scuole è l’acqua.
“Water for life”, con i diversi step che affrontano il tema dei cambiamenti di stato dell’acqua, dell’inquinamento e dei trattamenti per renderla potabile, delle inondazioni, riesce ad abbracciare diverse materie di studio e, allo stesso tempo, offre la possibilità di sensibilizzare gli studenti e le studentesse allo sviluppo di una coscienza ambientale e di uno stile di vita rispettoso degli uomini e della natura.

Temi cari a Cambalache così come quello dell’accoglienza, intesa come risorsa e non emergenza. “Lo spiega bene questo progetto– dice Paola Vigna, operatrice dell’associazione- che si pone l’obiettivo di valorizzare le competenze dei migranti. Spesso, purtroppo, lo sguardo delle persone si ferma alla loro necessità di assistenza. In realtà, però, sono uomini e donne con saperi da condividere e capacità da mettere a disposizione della comunità che li accoglie.
Proprio come quelle linguistiche di molti rifugiati che, anche nei loro Paesi d’origine, utilizzano come principale lingua veicolare l’inglese o il francese.

Il progetto è sostenuto anche dal Fondo Asilo Migrazione Integrazione (FAMI) della Regione Piemonte.

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