Accoglienza, formazione e lavoro sono da sempre le parole chiave di “Bee My Job”, il nostro progetto di apicoltura sociale e urbana che da quest’anno è attivo, oltre che ad Alessandria, a Bologna e a Lamezia Terme.
Un progetto che affonda le sue radici nella convinzione che l’inclusione sociale dei migranti passi attraverso la formazione professionale, la realizzazione individuale e, ovviamente, il lavoro.
L’impegno di Cambalache nel favorire l’inserimento professionale dei rifugiati e il loro processo di integrazione in Italia è stato riconosciuto anche dall’UNHCR- Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati che, tra l’altro, supporta l’edizione 2018 di Bee My Job.
Lo scorso 22 marzo, in una cerimonia di premiazione nella sede di Assolombarda a Milano, a Cambalache è stato conferito il premio Welcome- Working for Refugee Integration.
Bee My Job, però, sarebbe stato solo una buona idea se dal 2015 ad oggi non avessimo ricevuto il sostegno delle associazioni di categoria e delle aziende apistiche che, con entusiasmo, hanno aderito alla nostra proposta aprendo le porte ai nostri tirocinanti. A testimonianza di questo ruolo chiave anche Conapi, UNAAPI, Aspromiele e le aziende partecipanti sono state insignite del logo Welcome da parte di rappresentanti della Commissione Europea, dei Ministeri del Lavoro e degli Interni, di Global Compact Network Italia e da imprenditori rifugiati di successo.
L’inclusione sociale e lavorativa dei rifugiati e dei richiedenti asilo ad Alessandria non avviene solo nel mondo apistico. Il premio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, infatti, è stato riconosciuto anche alla sede alessandrina di Decathlon, dove un rifugiato è stato prima inserito in tirocinio e poi assunto come apprendista.
“Con gli esempi virtuosi che abbiamo voluto evidenziare, il settore privato rende possibile la realizzazione di percorsi di integrazione dei rifugiati condivisi e partecipativi – ha ricordato Felipe Camargo, Rappresentante dell’UNHCR per il Sud Europa – le imprese premiate contribuiscono in maniera cruciale a perseguire l’obiettivo di un modello di società inclusiva nei confronti di chi è stato costretto ad abbandonare il proprio paese a causa di guerre, conflitti e persecuzioni.”
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