Tra novembre e dicembre i beneficiari del progetto SPRAR di Alessandria hanno partecipato al progetto “Bottega dei Mestieri”, pensato per accrescere competenze trasversali di fai da te e manualità, spendibili in ambito lavorativo e domestico.
Il percorso, di 9 incontri per un totale di 30 ore, si è svolto negli spazi di Porto Idee, nella Casa di Quartiere in via Verona, che comprende la falegnameria sociale dell’Associazione San Benedetto e il Laboratorio Handmade, per realizzare con le “mani” tutto quello che la fantasia suggerisce.
I due luoghi sono strettamente legati, sul piano teorico e pratico, al FabLab, uno spazio aperto al pubblico e pensato dall’Amministrazione Comunale di Alessandria per favorire la socializzazione, l’incontro ma anche la creatività e la produzione di idee. All’interno, infatti, è possibile utilizzare un set di macchine standard che consente la progettazione, prototipazione e realizzazione, attraverso la stampa 3D, di oggetti e manufatti.
I laboratori organizzati per i rifugiati e richiedenti asilo comprendevano attività quali il recupero e il restauro di mobili, piccola falegnameria e sartoria.
I partecipanti hanno imparato a rifinire e verniciare oggetti in legno, ma anche a realizzarne di nuovi attraverso il recupero del legno dei pallet.
Un’altra attività pratica e creativa proposta ai ragazzi titolati protezione umanitaria e internazionale del progetto SPRAR è stata il laboratorio di avvicinamento alla ceramica raku, condotto dall’esperto ceramista Fabrizio Catalano.
In novembre sono stati organizzati 5 incontri per imparare a conoscere tutte le fasi della creazione di oggetti in ceramica: dalla manipolazione della creta, alla creazione di forme e decorazioni in rilievo fino alla colorazione e cottura raku dei pezzi.
Questa tecnica è “in grado di esaltare l’armonia delle piccole cose e la bellezza nella semplicità delle forme”. Il termine raku, in giapponese, significa “comodo, rilassato, piacevole, gioia di vivere”. La filosofia del metodo, le proprietà e il potenziale creativo del materiale, secondo lo psicoterapeuta Joshua K.M. Nan, aiuterebbero ad alleviare alcuni sintomi della depressione. Nello studio pubblicato lo scorso aprile sul “Journal of Affective Disorders”, infatti, l’esperto spiega che la creazione di oggetti in ceramica può essere utile per stimolare le persone a trovare nuovi modi per conoscere ed esprimere i propri pensieri e le proprie emozioni.
Questa dinamica può risultare particolarmente utile in casi in cui i soggetti coinvolti, come per esempio i rifugiati, abbiano subito traumi difficili da elaborare e tradurre in parole.
Dalla “Bottega dei Mestieri” alla ceramica raku: gli ospiti SPRAR si reinventano con l’handmade