Ad Alessandria l’integrazione continua ad essere un’opportunità di crescita per la comunità locale, un’occasione per vivere esperienze che abbattono i confini e conoscere persone provenienti da tutto il mondo.
Lo è stata ancora di più nelle ultime 6 settimane grazie alla presenza di Kristin e Paula, due giovani studentesse che hanno prestato tempo, energie e buone idee a Cambalache e alla rete associativa locale nell’ambito del progetto InteGREAT, promosso da AIESEC in collaborazione con lo SPRAR. AIESEC è un’organizzazione internazionale no-profit e indipendente di studenti universitari che ha ideato il progetto con l’obiettivo di agevolare il processo di integrazione dei rifugiati all’interno del tessuto sociale. Attraverso il contributo volontario di giovani studenti universitari provenienti da
ogni parte del mondo, si punta alla costruzione di una rete in grado di apportare un cambiamento reale nella società alle prese con le sfide e le problematiche dell’area del Mediterraneo.
Paula, neolaureata in architettura, arriva dal Brasile. Kristin, invece, è tedesca e si sta specializzando nello studio delle scienze sociali. Entrambe hanno scoperto InteGREAT quasi per caso, ma le ragioni che le hanno spinte ad aderire al progetto sono molto diverse.
“Stavo facendo una ricerca su progetti che avessero come obiettivo l’integrazione tra culture differenti perché è il campo in cui vorrei lavorare. – spiega Kristin- Di questo progetto mi è piaciuto l’approccio che prevede l’integrazione dei migranti con il tessuto sociale locale. In Germania, infatti, l’accoglienza viene gestita attraverso centri e strutture molto periferici. Non ci sono vere occasioni di incontro.”
Per Paula, architetto, la curiosità è nata dal desiderio di confrontarsi con una realtà diversa da quella con cui deve misurarsi ogni giorno. “InteGREAT mi è sembrato interessante- ha detto- perchè mi permetteva di uscire dalla mia “comfort zone”. Il mio lavoro, spesso, mi fa entrare in contatto con
persone che appartengono ad una classe sociale piuttosto alta. A volte, è come stare in una bolla.”
Le settimane di lavoro volontario negli uffici di Cambalache hanno permesso a Paula e Kristin di offrire il loro supporto nell’organizzazione di eventi, come il Migrant Tour della Giornata Mondiale del Rifugiato e la Coppa di Integrazione promossa da UISP, e nella progettazione di attività di sensibilizzazione, ma anche di conoscere i progetti di formazione e inserimento lavorativo come Bee My Job. Fondamentale, inoltre, è stato il loro entusiasmo e aiuto concreto nel ripensare gli spazi dell’accoglienza, dagli appartamenti all’aula per le lezioni di italiano, al magazzino e punto di distribuzione dei prodotti di BMJ. Paula e Kristin, in queste settimane, hanno anche condotto una serie di incontri con un gruppo di lavoro formato da alcuni degli ospiti di Cambalache per la realizzazione di una campagna di informazione e sensibilizzazione sul tema della sicurezza stradale,
i cui risultati saranno presto visibili in un video. “E’ stato interessante- ha aggiunto Kristin- conoscere il fenomeno dell’immigrazione non attraverso
le notizie dei media, ma attraverso i problemi quotidiani di un’organizzazione come Cambalache e dei suoi ospiti.”
Anche per Paula questa esperienza è stata una vera scoperta: “In Brasile l’accoglienza non è molto strutturata, non avevo mai incontrato dei rifugiati ed ero curiosa di capire in che modo entrano in contatto con le associazioni qui in Italia, come le organizzazioni possono dare il loro aiuto a queste
persone.”
Sei settimane per lavorare sodo, ma anche per confrontarsi sui sistemi di accoglienza dentro e fuori dall’Europa, per valutare aspetti positivi e negativi.
“In Germania- ha confermato Kristin- la burocrazia è anche più complessa che in Italia. Ci sono formulari e termini specifici che, a volte, sono difficili da comprendere anche per i cittadini tedeschi. Non esistono traduzioni in altre lingue e il procedimento per ottenere i documenti è molto lungo. Il sistema andrebbe semplificato soprattutto per garantire l’accesso al lavoro, allo studio e al riconoscimento del percorso già fatto nel Paese d’origine.”
Anche Paula racconta di difficoltà simili in Brasile dove “le regole ci sono, ma pochi sanno come applicarle e metterle in pratica”.
In entrambi i Paesi, inoltre, l’integrazione è un percorso ad ostacoli, a causa della disinformazione mediatica, basata su notizie inesatte o incomplete che contribuiscono a costruire un’idea distorta dei fenomeni migratori.
“Le persone pensano che l’immigrazione sia un problema- ha spiegato Paula- ma dimenticano ciò che per me è stato molto chiaro in queste settimane: ci sono davvero tante ragioni per lasciare il proprio Paese. Non abbiamo quasi mai la possibilità di sapere cosa è successo nella vita di una
persona quindi non dovremmo giudicare.”
Paula e Kristin lasceranno Alessandria il 24 luglio, con un nuovo bagaglio di esperienze e un desiderio in più: “Vorremmo continuare a promuovere le attività di Cambalache- hanno concluso- trovando il modo di raggiungere anche le persone che ancora non conoscono l’associazione o che si
considerano più ostili ai cambiamenti della società.”
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