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Voci migranti: Louis, Abdou e Mane raccontano la loro esperienza.

La copertura mediatica che i mezzi di informazione locali e nazionali riservano al fenomeno migratorio si riduce spesso all’eco di un rumore di fondo. Non si distinguono le notizie vere da quelle false, i discorsi razionali da quelli creati ad arte per fomentare paura e diffidenza. Capita molto raramente che le voci e i volti dei protagonisti di questa realtà trovino spazio sulle pagine dei giornali, nei servizi televisivi o nei dibattiti pubblici.

Eppure, non potremmo mai descrivere un paese lontano senza intervistare qualcuno che lo ha visitato, non saremmo in grado di definire lo stato d’animo di chi ha perso il lavoro senza parlare con un operaio licenziato. Lo stesso vale per tante altre esperienze della vita: o le viviamo sulla nostra pelle, o ce le facciamo raccontare.

Come potrebbe essere diversamente? E, soprattutto, perché dovrebbe esserlo quando l’oggetto di indagine è tanto complesso?

Forse perché per noi, che stiamo da questa parte del Mondo, è più facile ascoltare quel rumore indistinto piuttosto che fare i conti con le voci che, raccontando una storia, tradiscono un’emozione, si portano dietro un accento preciso.

Allo stesso modo, noi, che siamo nati nella parte fortunata del Pianeta, preferiamo ridurre gli immigrati ad una massa, anche questa indistinta. Le persone smettono di essere persone e diventano rappresentanti di una “categoria”, che possiamo difendere, odiare, proteggere, denigrare. Molto più difficile è essere onesti di fronte a due occhi che appartengono a qualcuno con un nome e cognome, una vita distrutta alle spalle e una da costruire davanti.

Dobbiamo permettere alle persone di tornare ad essere tali. Dobbiamo fare spazio ai volti, guardare gli occhi che ci guardano, alzare il volume quando riusciamo a percepire una voce che cerca di sovrastare il rumore.

Le prime che vi facciamo ascoltare sono quelle di Louis, Mane e Abdou. Tre ragazzi accolti ad Alessandria da APS Cambalache, ciascuno con la propria storia, che hanno coraggiosamente portato la loro testimonianza su Radio PNR, all’interno dello Spazio Immigrazione curato in collaborazione con l’associazione.

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