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Rifugiati: professori per un giorno.

Uno dei temi sensibili in questo periodo è sicuramente l’immigrazione, in particolar modo quando si parla di rifugiati. Oggi questa tematica viene presentata su tutti i principali mezzi di comunicazione in modo approssimativo e sottolineando diverse sfumature a seconda dell’uso strumentale che si vuole farne.

Poche sono le esperienze dirette riguardo questa complessa e eterogenea realtà perciò giovedì 21 maggio una piccola delegazione di APS Cambalache, composta da operatori e ospiti, ha colto l’invito a confrontarsi con gli studenti del Corso di Laurea in Servizio Sociale presso la sede di Asti dell’Università del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro”.

L’incontro, che è durato un paio d’ore, è passato in un attimo: dopo una breve presentazione in cui si è portata testimonianza su quale sia il lavoro svolto quotidianamente dall’associazione con le relative difficoltà e i progetti futuri; gli ospiti di Cambalache si sono confrontati con gli studenti tramite una modalità già nota per la sua efficacia nel favorire lo scambio e l’empatia cioè “la biblioteca vivente”. Inizialmente sono stati identificati quattro temi cardine della migrazione:

-il viaggio

-i motivi per i quali hanno deciso di lasciare il proprio Paese

-l’accoglienza in Italia

-l’iter legale che li aspetta all’arrivo e durante il soggiorno in Italia

Gli studenti, divisi in piccoli gruppi e a turni, hanno potuto porre domande e conoscere un “pezzettino” della storia dei quattro ospiti di Cambalache. Nonostante il confronto sia avvenuto fra richiedenti asilo e studenti sensibili a temi sociali quest’ultimi sono rimasti positivamente stupiti riguardo cose che già pensavano di sapere. Quando le parole provengono dai diretti interessati è più facile che cada quel distacco emotivo a cui si è abituati quando si osserva il fenomeno migratorio sui comuni mezzi di comunicazione.

Questa è stata un’occasione di scambio in cui i migranti hanno potuto raccontare la loro storia e informare su com’è questo fenomeno quando lo si vive in prima persona. Sono maturati stimoli e spunti di riflessione ad ampio raggio rafforzando la volontà di sensibilizzare sull’argomento.

“E’ stata un’esperienza molto intensa, è chiaro come i media facciano vedere solo quello che vogliono.”

“Dove hanno trovato il coraggio di affrontare un viaggio del genere?”

Questi sono solo alcuni dei commenti degli studenti a seguito dello scambio intercorso con i ragazzi.

L’incontro si è concluso con i ringraziamenti di Haseeb, Idrissa, Antu e Osman nei confronti dei futuri assistenti sociali i quali, ognuno con la propria sensibilità, hanno ascoltato con interesse e discrezione un pezzo della storia di questi ragazzi giunti in Italia per coltivare un futuro migliore.

Di seguito, una galleria di foto della giornata.

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