Le catechiste della parrocchia San Giuseppe Artigiano ci hanno chiesto di far conoscere ai loro bambini e ragazzi la nostra esperienza quotidiana di lavoro con richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
Abbiamo così organizzato tre incontri, il 29 ottobre, il 12 e il 16 novembre, che hanno visto le testimonianze di uno nostri ospiti, già accolto all’interno della comunità del Don Bosco, e di un’operatrice di Cambalache, mediatrice esperta in laboratori didattici per bambini.
Il testimone ha ripercorso i motivi della fuga e il viaggio che l’ha portato fino a qui, presentando le sue aspettative future. Dopo uno spazio di dibattito, i giovani sono stati divisi in piccoli gruppi e coinvolti in attività pratiche. Scopo principale: “de-costruire” alcuni pregiudizi cercando di far emergere sentimenti di altruismo e solidarietà verso il prossimo.
Lavorare con i bambini è sempre sorprendente: dai disegni fatti durante gli incontri sono subito emerse empatia e solidarietà.
Si è anche confermato quanto di senso comune: i bambini e i ragazzi imparano ciò che vivono e vedono diventando lo specchio dell’esempio positivo o negativo degli adulti. Se è vero che i bambini assorbono come “spugne”, noi grandi dovremmo prestare più attenzione ai messaggi che facciamo trasparire, anche su questi temi: migrazione, accoglienza, solidarietà.
“Ora, forse è ovvio, ma quanto è bella Venezia? Tutta nell’acqua. Io ho pensato: mamma mia, sono in paradiso. Magari tutta l’Italia era così. Nel frattempo dicevo a quel ragazzo Rome, Rome. Allora lui ha capito che volevo andare a Roma, mi ha accompagnato alla stazione e mi ha fatto anche il biglietto. Ho pensato che forse era un parente della nonna greca; tanta gentilezza, secondo me, la si tramanda solo con l’esempio.” (tratto da F. Geda, Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari)
Consigli di lettura:
“Nel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari”
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