Ciao a tutti,
mi chiamo Antu e sono nato il 14 febbraio 1996 in Gambia, a Bakoteh.
Ho cominciato a giocare a pallone sulle strade da bambino, a 5 anni. Quando avevo 16 anni ho deciso di lasciare il liceo per giocare a calcio da professionista, perché pensavo fosse la strada giusta che mi avrebbe dato un futuro migliore. In famiglia tutti appoggiavano la mia scelta: mio padre, un insegnante, mi ha sempre supportato e anche mia madre era molto contenta del percorso da me intrapreso. Ho cominciato a giocare da ragazzino in squadre locali. Poi sono stato selezionato dagli Hawks e dal Seaview Football Club, due squadre importanti che giocavano nella prima divisione del campionato nazionale.
Purtroppo però all’improvviso la mia famiglia ha avuto un problema con il governo. E’ per questo problema che chiedo all’Italia di darmi asilo.
Mio fratello era un uomo d’affari che lavorava con le istituzioni. Fu coinvolto in una vicenda giudiziaria per la quale ora si trova in carcere. Hanno accusato anche me, pur essendo io ignaro di tutto e non coinvolto. Ma in Gambia non puoi difenderti. Se qualcuno della tua famiglia ha problemi con il governo, tutti i famigliari ne subiscono le conseguenze.
L’unica soluzione per me era fuggire. Sono partito da solo con i soldi che mi ha dato mio padre. Ho attraversato con autobus e altri mezzi di trasporto Senegal, Mali, Burkina Faso, Niger, fino ad arrivare in Libia. Qui ho pagato un uomo che mi ha condotto al porto dove mi sono imbarcato per l’Italia.
Eravamo in 500 sulla barca, gambiani, nigeriani, siriani. Non avevamo con noi né acqua né cibo perché al porto l’esercito ci ha attaccato e gli scafisti non hanno fatto in tempo a caricare le provviste. Abbiamo passato tre giorni sul mare. Siamo stati soccorsi da una nave italiana che ci ha scortati fino a Siracusa. Sono così arrivato in Italia.
Ad Alessandria ho incontrato altri ragazzi del Gambia. E’ stato strano, perché tutti conoscevano il mio nome senza che io conoscessi loro: mi avevano visto giocare a Banjul. Quando i miei compagni di appartamento mi hanno riconosciuto ho risposto semplicemente: “Yes, it’s me. It’s Antu!”
“Alessandria is a good city, I like it.” Mi piacerebbe vivere qui e lavorare.
Sono un “free agent”, mi adatto a tutti i lavori. Il mio sogno però sarebbe fare il calciatore, ma non mi faccio illusioni. Tifo Milan. In Gambia mi chiamavano Del Piero, ma il mio calciatore preferito è Andrea Pirlo!